COLONNA SONORA:
JACK WHITE – LOVE INTERRUPTION
(Tutto inizia con una interruzione)
FIDATI
Praticamente funziona così.
Un giorno esci con uno perchè sei disperatamente innamorata di un altro.
Lui ti invita a cena, non insiste nemmeno troppo.
Da donna del sud, ti senti quasi in colpa per aver accettato alla seconda e non troppo assillante proposta.
Lo dici casualmente a tua madre per telefono:
– E stasera che mangi?
– No mamma, stasera vado a cena fuori.
– Ah! E con chi?
– Anche se te lo dicessi mamma, non lo conosci…
– Ma che ne sai tu? Come si chiama?
– Ma come che ne so io? E soprattutto che t’importa…
– Ma è un bravo ragazzo almeno?
– Ma scusa mamma, ti pare che esco con il primo che mi invita a cena?
(Invece è proprio così! Porca miseria, tua madre ha ragione, ma come ti salta in mente? Un tempo non l’avresti fatto, mai!)
– Senti, Giulia, te lo dico, questo qui non mi convince per niente…
– Mamma, ma che vuoi? Ma non sai nemmeno come si chiama! Mah… Io boh.
Tu tu tu tu tu tu.
Ecco, tua madre ha sentenziato. Il suo settimo senso da genitrice ha fiutato l’inganno. La sua sfera di cristallo ha visto ben oltre.
Quindi, ricapitolando, non solo stai uscendo con uno per cui non provi il benchè minimo e vago interesse, ma tua madre ti ha anche tirato i piedi, mettendo una X gigante sul gentiluomo? marrano? educato? villano? chi può dirlo, ancor prima di sapere il suo nome.
Inizi a meditare. Le madri non sbagliano mai.
Ti inventi una scusa plausibile da raccontargli.
La trovi! Geniale:
– Ehmmm… Guarda allora, scusami tanto, ma devo lavorare e finirò tardissimo.
– Ah! nessun problema, ceneremo con calma!
– No davvero, vorrei, ma farò notte. Fidati.
– Ottimo, ti aspetto per quando? Mezzanotte? L’una?
– No, ma va, poi a quell’ora i ristoranti sono chiusi. Dai, magari un’altra volta, davvero.
– Tu non ti preoccupare, conosco un posto in cui mangiare anche di notte, è di un mio amico, se glielo dico, a qualunque ora apre la cucina per noi. Fidati.
– No guarda, poi, ah non te l’ho detto, ma non mangio carboidrati la sera, davvero, non posso, sto male e non li digerisco. Fidati.
– Nemmeno io mangio carboidrati la sera e a dirla tutta nemmeno il giorno. Ma Mario ci fa un filetto di angus eccezionale. Fidati.
– Ah… filetto di angus. Anche se è tardi, eh? Vabbè… Dai, cerco di sbrigarmi.
– Ok, alle 8.30 al Nettuno.
– Ok, alle 8.30… alle 8.30???
Tu tu tu tu tu.
Parola chiave della conversazione: “Fidati”. Fidarsi? Fidarsi di chi soprattutto? Bah.
Forma smagliante o quasi, fai finta di essere un po’ affaticata dal lavoro, fa sempre un po’ “metropolitan”, mascara effetto ciglia finte, 2 spruzzi (non di più) di Dior, Hypnotic Poison.
Modalità gatta morta ON, smorfiosa e un po’ snob, del tipo: “Tanto, che me frega, non devo mica conquistarlo. Non mi piace, è solo un passatempo, un diversivo per la serata. E in più non ho intenzione di condividerci nulla, forse solo il filetto di angus.”
Fatto sta che, per dirla alla 883, “appuntamento alle 8.30, ma io per non fare tardi forse ho cannato da dio”. Alle 8.12 sei già lì, in piedi, ferma ad aspettare, sotto lo sguardo severo del Nettuno, all’ombra poco rassicurante del suo forcone.
Ore 8.38 pm.
E’ buio, c’è nebbia.
Riconosci una sagoma in lontananza.
“Bè, dai però, non cammina male. Vediamo… Ma che si è messo? Mmm, la giacca è un po’ anni 90. Magari recupera con i dettagli, che so, i gemelli al polso? Le scarpe lucidate? Giulia non essere acida, scendi dal piedistallo, tanto è di cristallo e se traballi, inciampi. Yo rappi come un razzo, attaccati a sto…”
– Ciao, scusa il ritardo, ma metto sempre l’orologio avanti di 5 minuti, ma lo so e quindi arrivo comunque in ritardo di 5 minuti…
– Oh, ciao, ma figurati, sono appena arrivata anche io, in questo istante. (Eeeeh? Ma che ha detto? L’orologio? 5 minuti? Fatto sta che siamo ad 8 minuti di ritardo, N.C.S. = non ci siamo.)
Bene, si va, non si sa ancora dove, ti porta in giro lui, ti lasci guidare.
Il ricordo della telefonata con tua madre non ti abbandona. Sei distaccata, diffidente, gelida come un iceberg.
Lui ti guarda, è gentile, un po’ timido, imbarazzato, imbranato. Fa quasi tenerezza.
Un ragazzino, si vede, è un ragazzino. Peccato. Se avesse solo 3 anni in più. Adesso si illude, ci resta male, si affeziona, si appiccica. No, no, no, per carità… Un Campari e prosecco al volo e poi casa.
Primo Martini con oliva.
Secondo Martini senza.
Prima bottiglia di vino. E’ un rosso, un Syrah. Si chiama Terra di Batìa.
Seconda bottiglia. The same. Ci piace. Molto.
Dovremmo mangiare qualcosa magari.
Del formaggio per esempio.
Invece no.
Primo gin tonic.
Secondo gin tonic.
Ore 02.00 am.
Fuori piove, quella pioggia sottile e appiccicosa. L'”azzuppa viddano” direbbero da qualche parte in Sicilia. E’ quella pioggia che sembra non bagnare, per quanto è lieve. E’ quella che inganna il contadino, che la sfida con leggerezza, recandosi a lavoro sui campi, ignorando che a fine giornata tornerà a casa annaffiato.
– Bè, dai, sentiamoci per quel concerto (KLUBB LOTTAROX in LONDON w/★ E L L I P H A N T ★ ( S W E ) LIVE + special guests). Ah! E fammi sapere il nome di quel libro. E se ti capita, mandami quella canzone, l’ascolto volentieri.
Bon, io comunque io devo andare, davvero. Domani “mi servo”. Sai com’è, tutto quello che avrei dovuto fare stasera, l’ho rimandato, quindi, ecco, insomma, ciao…
– Scusa, ma il filetto di angus?
– Ah, il filetto di angus. Già… Sai che forse ho un po’ fame.
Ore 02.20 am.
Filetto di angus in notturna.
Il ristorante è vuoto.
Tu, lui e Mario, lo chef.
Mario parla, racconta la sua vita, narra la storia delle sue ricette, delle tradizioni della sua famiglia, dei ricordi di sua nonna, delle domeniche in campagna con tutti i cugini a fare la salsa.
E tra un filetto di angus ed una crema catalana riempie i vostri silenzi, un po’ sbronzi, un po’ stanchi, un po’ storditi da tutte le parole che si sono susseguite a ruota libera, senza rigore, senza logica, senza interesse e senza pretese.
Ore 03.30 am.
Senza rigore, senza logica, senza interesse e senza pretese tornate a casa insieme.
Senza rigore, senza logica e senza interesse vi infilate sotto le stesse coperte.
Senza rigore e senza logica, vi sfilate i vestiti.
Senza rigore, vi baciate.
Senza più nulla che freni la voglia, fate l’amore.
Senza più parlare, gli occhi rivelano:
– Fidati.
Praticamente funziona così.
Un giorno esci con uno e ti dimentichi l’altro.
Tutto qui.
Fidati.
Non c’è un epilogo per questa storia.
Le fini sono tutte uguali e tristemente noiose.
Fidati.
Però c’è una morale: tua madre ha sempre ragione.
Fidati.
Testo di Giulia Manta
(Photo by M.M.)
l’angus però non si divide con nessuno, manco se ti fidi ciecamente miss 😉 love it, love you!
Spacca!!! FIDATI…
e brava Marilù
sarà la mia rubrica online preferita..!
la foto mi ricorda qualcosa..ottimo lavoro sisters 😉
della marta c’è da fidarsi… 😉
Grande Giulia!!!
Grandissima Giulia!!!
I’m in Love with the writer , VERY WELL DONE! x